Sultano ottomano. Figlio di Maometto I. Salito al trono nel 1421 si trovò
a reprimere la rivolta del fratello e dello zio; assediò Costantinopoli,
che aveva dato loro rifugio, e la abbandonò solo dopo il pagamento di un
tributo. Tra il 1423 e il 1427 sottomise l'Anatolia, lasciando però molta
autonomia ai principi per evitare lo scontro con Shah Rukh, successore di
Tamerlano. Con l'appoggio dei giannizzeri iniziò una politica di
conquista che lo portò in breve tempo a scontrarsi con Venezia per il
possesso di Tessalonica. Nel 1439 occupò la Serbia e inaugurò una
nuova politica, basata sulla trasformazione degli Stati sconfitti in province di
un Impero assoluto. Ulteriori tentativi di espansione vennero bloccati nel
1441-42 dagli Ungheresi che lo costrinsero alla resa e alla firma di due
trattati di pace con l'Ungheria e con il sultanato di Quaram. Dimessosi in
favore del figlio ancora adolescente (il futuro Maometto II),
M.
ritornò al comando dell'esercito contro una nuova offensiva degli
Ungheresi e del sultano, e sconfisse l'esercito cristiano guidato da Ladislao
III Iagellone, re di Polonia e di Ungheria, e da Giovanni Hunyadi, a capo delle
forze ungheresi. Gli ultimi anni del suo Regno lo videro impegnato nella
soppressione di alcuni tentativi di insurrezione nei Balcani. Non riuscì
a sottomettere gli Albanesi, guidati da Skanderbeg, ma sconfisse nuovamente
Giovanni Hunyadi nella battaglia di Kossovo (1448) (1403 circa - Adrianopoli
1451).